Ben Thomas (Will Smith) è un agente delle tasse dell’Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti ed ha manie suicide per il senso di colpa dovuto ad alcuni errori commessi in passato.
Decide così di cercare di riscattarsi fingendo di essere suo fratello e aiutando sette estranei.
Nel corso della sua “impresa” incontra Emily (Rosario Dawson), una ragazza malata di cuore, di cui lui si innamorerà, complicando così i suoi stessi piani. In quel momento, sarà lei a cambiare lui.
Tutto ha inizio con una lista di sette nomi di persone che Ben ha scelto per far parte del suo piano. L’unica cosa che hanno in comune è che ognuno ha bisogno di aiuto, che sia economico, spirituale o medico.
Sette anime è un film di Gabriele Muccino che pone delle domande provocatorie sulla vita e la morte, sul rimpianto e il perdono, sugli estranei e l’amicizia, sull’amore e la redenzione ed esplora i legami che collegano i destini umani.
Genere: Drammatico
mr_zoren said
Gennaio 10 2009 @ 01:32
Devo ammettere che mi sarei aspettato qualcosa in più sia da Muccino (di cui sono discutibili alcune scelte di regia) sia da Smith (che ho visto non poi così brillante come in altri film, forse persino un pò monotono) ma nel complesso il film non mi è dispiaciuto. Non lo trovo certo un capolavoro ma neppure un film da sconsigliare, non così drammatico da far venire il magone (anche se la storia e il finale forse lo richiederebbero), ma neppure così scontato e noioso da indurre la periodica sbirciatina all’orologio.
E’ un tipico film americano (non è affatto intellettuale o esasperatamente esistenziale come alcuni vanno a dire) con i suoi tempi veloci, con i suoi momenti toccanti; insomma si serve dei soliti meccanismi. La differenza dai film americani classici tanto rimarcata da Muccino nelle interviste allora dove sta? Beh, a parte le ovvie ragioni di marketing, devo dire che qualcosa di “europeo” forse c’è. Innazitutto si tratta di un lungometraggio molto denso, nel quale confluiscono moltissimi, forse troppi elementi; le “sette anime” trovano difficilmente uno spazio adeguato e proporzionale all’interno del film quando invece ogni personaggio con la propria storia si sarebbe meritata un film tutto per sé. Muccino avrebbe potuto sviluppare l’idea in modo migliore servendosi di un numero minore di storie. Tutto ciò però, a dire il vero, ha fatto anche sì che nel film l’attenzione non fosse concentrata sulle azioni o sulle storie ma esclusivamente sull’idea/progetto del protagonista, in funzione della quale prendono forma le vicende dei singoli. Dal punto di vista tecnico le scelte di regia sono un pò contradditorie alternandosi riprese “instabili” a riprese standard, susseguendosi continuamente flash-back a cui la fotografia, le riprese e le battute danno un tocco di onirico.. soprattutto all’inizio, un inizio da cortometraggio, che poco, però si concilia con un finale da tipica serie americana. Mah..ripeto mi aspettavo qualcosa di più. Un mio possibile voto? 6.5
Claudio said
Gennaio 10 2009 @ 12:18
Per quanto ne possa dire Mr_Zoren,ieri sera all’uscita del cinema,gran parte della gente piangeva…
Anny said
Gennaio 10 2009 @ 15:54
Il film è veramente settacolare, la storia non è prevedibile e Will Smith ha interpretato nel miglior modo la parte(non semplice) del protagonista.. Per quanto rigurda le storie trasversali delle anime, sono state trattate nel modo giusto, non si poteva dedicare un film per raccontare le tristi situazioni di sette povere persone, altrimenti si sarebbe trattato di an’altra storia, magari la storia di sette infelici, insomma sarebbe stato un altro film.
mr_zoren said
Gennaio 10 2009 @ 18:58
..film spettacolare?? Non ti sembra troppo? Un buon prodotto commerciale ma niente di speciale, specialmente considerando il successo del precendente, “Alla ricerca della felicità”, quello sì un bel film, con una interpretazione magistrale di Will Smith e una storia più semplice ma forse anche per questo più vera e più toccante. Innanzitutto il tema della redenzione attraverso il suicidio e la donazione di sè agli altri, a cui secondo me Muccino non è riuscito a dare la giusta drammaticità; alla fine il dramma si risolve nella sola donazione di sè alla ragazza.. perchè in fondo degli altri si sa poco o niente. Il cieco buono è forse fin troppo buono, a livelli direi quasi surreali, la donna picchiata dal proprio uomo è anonima, lo spettatore ne resta indifferente, il bambino malato non si sa quale ruolo ricopra di preciso nel film, il fratello compare ogni tanto dicendoci poco e niente di sè.. E in questo intrecciarsi di storie necessariamente trattate superficialmente (per una questione di tempo) si arriva alla fine senza la sufficente ansia.. e tral’altro intuendo già molto prima gli esiti di questo non poi così misterioso piano..
Silicio said
Gennaio 11 2009 @ 11:51
Mr_zoren, non sono d’accordo con le tue critiche. Il film è un bel film. Un dramma personale vissuto in modo personale. Quanta gente dopo aver causato accidentalmente la morte di qualcuno, vive con il rimorso tanto da arrivare al suicidio?
Il modo di narrare la storia è mantenuto in modo tenace per tutto il film. Se questo rallenta un pò l’inizio, di sicuro condensa molte emozione nel finale. La descrizione di alcune delle sette persone è volutamente incompleta, ci dice solo ciò che il protagonista sa di loro. A volte sa poco, e l’ha scoperto con dei sotterfugi, a volte maldestri, pensiamo alla telefonata con il cieco, piuttosto che al dottore ed al sopraluogo in ospedale. Forse su una cosa hanno sbagliato, il titolo americano: Sette Libre, può cambiare il pnto di vista con cui si guarda il film. Noi però siamo italiani e ci vediamo “Sette anime”.
blog de Karine said
Dicembre 30 2013 @ 14:32
C’est ce que je cherchais depuis un petit moment.
Merci bien.
cork board ideas said
Gennaio 16 2014 @ 01:07
It�s hard to find well-informed people in this particular topic, but you seem like you know what you�re talking about! Thanks