Isolation è il primo lungometraggio del regista irlandese Billy O’Brien, dedito in precedenza alla sola produzione di corto, e a dirla tutta non è niente di che, anzi, come esordio si confonde perfettamente nella pigna di film anonimi degli ultimi anni. Una storia ambientata in una fattoria, dove degli scienziati, sotto indicazione del proprietario, effettuano degli esperimenti genetici sulle mucche per renderle più produttive e affrontare così la crisi che la fattoria sta attraversando. Tuttavia a causa di questi esperimenti nasceranno dei mostriciattoli che inizieranno a mietere vittime, aggirandosi per la fattoria. Read the rest of this entry »
Archive for Il Mio Mondo HORROR
Partirei dal presupposto che parlare di Horror in questo caso è limitativo. Patrick è un film che potremmo definire horror ma in senso molto lato, ed è difficile catalogarlo perché sfugge da etichette, come è stato difficile per me anche esprimere un giudizio reale.
Patrick a mio vedere è un film molto triste che solleva tematiche molto delicate, parlando di un ragazzo in coma da 2 anni, in seguito al trauma per l’omicidio della madre, ad opera di lui stesso. Non solo, ma in modo molto indiretto affronta la problematica dell’eutanasia, della vita in stato vegetativo e delle possibilità effettive di recupero delle persone in coma.
Tuttavia il film non è deprimente o pesante, benché sia velatamente cupo, e purtroppo, allo stesso tempo, non è neanche di chissà quale grande impatto sul pubblico: molto statico, senza sequenze memorabili o aumento di tensione durante lo svolgersi dei fatti. Risulta quindi ad una visione superficiale un film abbastanza noioso, dove tutto, compreso il finale, appare scontato. Essendo pero’ il ’78 credo che sia abbastanza innovativo dal punto di vista della storia e mi ha fatto riflettere su problematiche importanti, al di la della semplice visione per passatempo. Non riuscirei mai penso, neanche dopo più visioni, a dare un giudizio critico sul film, data la parte “drammatica” incombente, ma tolto questo forse lo boccerei completamente. Non consiglio la visione dal punto di vista dell’intrattenimento, perché è abbastanza inutile, ma se, per vostro bagaglio personale, volete vedere un film che attinge solo dall’ horror e tratta in modo “indiretto” temi forti, dateci un’occhiata.
Ammetto di condividere i giudizi su gran parte della filmografia del regista Wes Craven, soprattutto per quanto riguarda quel Nightmare on Elm street che rivoluzionò negli eighties il cinema horror rilanciando l’immagine del mostro o del cattivo , terrorizzando generazioni di teen-agers a suo tempo. Mi sono trovato discorde invece nel ritenere buoni alcuni suoi film sottovalutati dai più, come Shocker o La casa nera per citarne un paio, e lo stesso lo farò ora, ma all’inverso, con questo film.
Seconda prova del regista americano, dopo il discutibile L’ultima casa a sinistra, questo Le colline hanno gli occhi a mio avviso lascia veramente il tempo che trova e non capisco come possa essere diventato un caposaldo del cinema horror, e come si sia potuto fare due remake (molto migliori dell’originale). Read the rest of this entry »
Molte volte parlare di un film all’eccesso in senso positivo o negativo può essere difficile. Non è facile per me spiegare i perché di giudizi così marcati e il tutto si risolve in una questione di estrema soggettività. Premesso questo mi accingo a dirvi di questo capolavoro di Avati del lontano 76.
Non mi soffermo sulla trama del film ma solo sull’aspetto prettamente emozionale: la maestria di Avati sta nel trasmettere il senso del terrore nel “vedo-non vedo” più che nelle scene di sangue o nei grossi colpi di scena. Una storia tutta ambientata nella campagna romagnola, dove un paesino di pochi abitanti è inaspettatamente teatro di morti inspiegabili. Un pittore chiamato a restaurare un quadro, e da qui il gravarsi della vicenda fino ad un finale a dir poco allucinante… L’incastro narrativo è ottimo e il film seppur abbia tempi molto lenti ed una durata notevole riesce comunque a scorrere veloce. Ottima prova anche degli attori, calati perfettamente nel contesto paesanotto, riuscendo appieno a far da contrasto con l’ossessività sempre più dirompente nello svolgersi del film. Read the rest of this entry »
Tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60 è rivoluzione all’interno del cinema horror. Sintomo di cio è la nascita del filone gotico.
Castelli , lugubri antroni e paesaggi desolati fanno da sfondo a storie di delitti passionali, sostituendosi per la maggiore a vampiri, licantropi, mostri della laguna e altri mostri della fantasia di visionari scrittori.
Di sicuro in quegli anni si venne a creare una sfilza di film fotocopia, basati sul rapporto tra amore e morte, ove dottori /scienziati diventano assassini efferati che sacrificano giovani donne per ridare vita alla propria amata o piu’ semplicemente per far si che il loro giovane fluido vitale ridia bellezza alla propria sventurata. Questo film non fa eccezione. Read the rest of this entry »
Avevo letto critiche negative ultimamente su alcuni siti internet riguardo l’ultimo film di Rob Zombie. Il seguito del remake dell’ormai celebre film del 1978 di John Carpenter è stato catalogato da alcuni recensori come la prova più fallimentare del regista americano, e non poteva che suscitare in me ancor maggiore curiosità verso questa pellicola, essendo io estimatore delle produzioni di Zombie.
Come potrete immaginare mi trovo discorde con questi pareri, a mio avviso azzardati, e anzi trovo nel film ottimi elementi evolutivi rispetto al prequel. Un film morboso e visionario, soprattutto nella parte iniziale e finale, che inchioda lo spettatore per tutta la durata del film. Dose ancor più massiccia di splatter, il tutto contornato da un’atmosfera claustrofobica, effetto reso ancora meglio da una regia impeccabile (l’uso delle telecamere instabili aumenta la sensazione di terrore che provano i protagonisti).
Come detto rispetto a tutti i precedenti Halloween, compreso il “the beginning” di Zombie, troviamo anche una componente visionaria: per tutto il film le scene di violenza sono accompagnate da focus introspettivi, dove emerge la psiche deviata dell’assassino. Oserei quasi dire che la genialità del film deriva proprio dall’accostamento del classico slasher con qualcosa di più sprituale. Rispetto al primo Halloween che al 50% si attiene al copione di Carpenter, qui troviamo un completo stravolgimento della storia rispetto all’ Halloween 2 (il signore della morte) dello storico regista, e quindi aspettatevi grosse incoerenze con la storia originale di Michael Myers.
Per quanto mi riguarda Rob Zombie è riuscito a migliorare un classico e, chiamatemi eretico, è riuscito a tirare fuori ciò che c’era di meglio nei film di Carpenter, compito assai difficile. Un mix ottimale di storia, regia , effetti speciali e allucinazioni.
Approvato!





