Il Mio Mondo Cinema

Horror-figoHo visto per la prima volta questo film al cinema nel 2008, in un paese di provincia, in una piccolissima saletta facente parte di un vecchio casolare trasandato, immerso in un’atmosfera angusta: atmosfera direi ottima se prendiamo in considerazione la trama, l’ambientazione e la tipologia di regia di Rec.

Forse però proprio quella visione al cinema mi lasciò disturbato, non essendo abituato a vedere sul grande schermo film ripresi direttamente con la telecamera a mano (come potevano essere The Blair witch project, Cloverfield, o Cannibal holocaust). Il giudizio di allora era stato influenzato negativamente da questo particolare, uscendo dalla sala con l’impressione di aver visto un film sì alquanto innovativo, ma non godibile per l’eccessiva instabilità delle riprese. Ora, riguardando questo film su home-video riesco a dare un giudizio più imparziale (l’immagine è più contenuta ed è altamente più sostenibile il mal di mare provocato dalla telecamera a mano) .

Non c’è dubbio che Rec sia uno dei film più innovativi in ambito horror degli ultimi anni. Una giornalista e il suo cameraman, con la scusante di fare un servizio sull’operato dei pompieri, vengono catapultati all’interno di un piccolo palazzo nella Rambla de Catalunya per una chiamata di soccorso. Successivamente il palazzo verrà messo in quarantena perché si sospetta vi sia all’interno gente infetta da rabbia. Questo il preludio per lo svolgimento di un imprevedibile zombie-movie che toccherà l’apice in un finale sul paranormale. Il pregio di questo film , anzi, la peculiarità vincente, è proprio quella della ripresa diretta con telecamera a mano, in prima persona, capace di far vivere l’orrore in prima persona e quindi del sentirsi parte del film. Anche se questa tecnica è gia stata utilizzata in altri film, in questo caso è l’insieme di tutti gli elementi che compongono Rec (sceneggiatura, recitazione, location, luci, suoni, ecc..) supportati da una visuale in prima persona ad aggiudicarsi una stella per il raggiungimento del phatos. Un utilizzo quindi saggio della regia che abbatte lo schermo e fa vivere la paura come se tutto fosse reale. La telecamera riprende il degenerarsi della situazione fino allo sconvolgente finale dove la paura si fa massima. Anche la scelta della location è perfetta, gli spazi piccoli e la situazione creata (un palazzo messo in quarantena dal quale non è possibile uscire) sono teatro di uno zombie-movie riuscito più che mai. Forse qualcuno potrà trovare esagerata l’instabilità della telecamera o pensare che la storia possa essere banale, ma è proprio su questo punto che do l’approvazione definitiva: un film diretto, senza fronzoli, dove tutto accade velocemente, di durata ideale, con pochissimi spazi morti, un buono story board e un mix perfetto di elementi surreali con tanto di colpo di scena finale.

Solo ad un anno di distanza è uscito un inutile remake americano (Quarantine), praticamente identico (queste sono cose inspiegabili) sotto tutti gli aspetti, prodotto con un budget maggiore di Rec pensando di migliorare l’idea originale e che in realtà si è verificato un flop (un film che viene ancora più messo in ombra a seguito dell’uscita di Rec 2).

Se eravate in attesa di un horror di vedute diverse e sconvolgente eccolo qua: Rec nella sua semplicità è riuscito a differenziarsi da un sacco di film clone usciti in questi anni, dispendiosi e pieni di effetti speciali inutili.

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