Seguito appena sufficiente di quel gioiello del 74 chiamato The Texas Chainsaw Massacre.
Anche questo capitolo , che esce a 12 anni di distanza dal prequel è stato firmato da regista Tobe Hooper. La storia è sempre quella e pretende di riprendere la narrazioni anni dopo, con la famiglia Sawyer sempre in “attività”, e Leatherface sempre in primo piano nello svolgersi dei fatti . Parto subito dicendo che tra un film e l’altro c’è l’abisso: se il primo film riusciva a sconcertare per la sua genialità ed efferatezza questo seguito non è che la brutta copia con qualche accenno nostalgico alle atmosfere del film del 74.
Stavolta Hooper non riesce per nulla a penetrare nello spettatore e a conti fatti si salva solo qualche scena dove la psicolabilità dei protagonisti emerge e si crea una minima suspance, qualche frase memorabile (“La sega è la famiglia!”) e un paio di location ben pensate. Per il resto ciò che poteva essere l’aria malsana del primo capitolo qui è solo un lontano ricordo e quasi tutto il film scorre inesorabilmente lento e constellato di banalità che possono solo far sorridere (potrebbe essere stato concepito con questa intenzione forse). Eroi del film sono una malcapitata dj e un tenente assetato di vendetta per la scomparsa del fratello, vittima della famiglia Sawyer nel primo episodio (il ragazzo paralizzato in carrozzina). Premesso questo la vicenda è sempre la stessa ma impastata veramente pessimamente questa volta.
Lo stesso tenente è opera di azioni inspiegabili durante il film come il passare più di mezzora a distruggere a colpi di motosega il sotterraneo/casa della famiglia di Leatherface e soci (la stessa dj protagonista cade nel sotterraneo pieno di cadaveri in maniera quasi comica, ed altrettanto comico è il tentato salvataggio del tenente). Bello qualche effetto speciale tuttavia, merito del grande Tom Savini e ottimo, forse più del primo, il trucco di “Granpà” il nonnetto succiasangue, davvero inquietante in questa seconda puntata. Savini ci regala anche qualche bella scena sanguinaria, e almeno sotto questo aspetto c’è stato uno step-up sulla violenza. Un mezzo fallimento dunque, passabile solo per i fan più accaniti, e primo di una terzina di seguiti derisibili. Ultimi 16 secondi rei di abbassare questa valutazione…