Sono passati ormai 10 anni o forse più da quando vidi per la prima volta questo film , e a causa dei ricordi molto sbiaditi il desiderio di rivederlo sotto una veste più critica è stato forte. Diciamo che non ricordavo quasi nulla del film e neppure se quel noleggio in vhs fatto in tenera età mi allettò o meno.
Delusione! Nulla a che vedere con il capolavoro di John Landis del 1981 (Un lupo mannaro americano a Londra) e anzi direi quasi che a parte qualche buono spunto nella trama (peccato perché l’inizio della storia e l’idea della setta di licantropi se sfruttata meglio poteva rendere tantissimo) e pochissimi effetti speciali carini è un film da stra bocciare. Per versi sembra quasi voler replicare gli spunti geniali del primo film ma ogni tentativo di colpire o di incantare è un fallimento.
A dire il vero non ho gradito neppure l’apporto tecnologico applicato al film, dove i lupi mannari in visibilissimo 3D non fanno altro che smorzare il livello atmosferico, quando magari qualche effetto più “grezzo” accompagnato invece da un’innovazione sulla trama più notevole avrebbe dato più spessore al film. Un film alla fine tirato troppo per le lunghe, di durata eccessiva rispetto a ciò che ha da raccontare nel corso dei minuti che scorrono, e altamente scontato se gia avete visto il prequel (si fa per dire).
Il film di Landis sebbene fosse l’81 riuscì nell’intento di essere innovativo sia dal punto di vista della trama che degli effetti speciali, questo Un lupo mannaro americano a Parigi uscito 16 anni dopo a confronto è un film di serie B che vuole sfruttare un nome noto e destinato a restare nell’ombra. Se siete rimasti colpiti dal primo film, il mio consiglio è di accantonare totalmente questo del 97 poiché lo valutereste senz’altro come la brutta fotocopia di un libro di storia.