Precisiamo che c’è un’omonimia con un film di Claudio Fracasso dello stesso anno che non ha nulla a che fare con l’originale The Texas Chainsaw massacre di Tobe Hooper del 1974.
Il terzo capitolo della serie è a mio parere il più povero dei quattro, e per essere più preciso è un film pessimo e rarissime sono le cose da salvarsi. Più di metà del film scorre via senza scene significative o almeno di impatto visivo e se il buon giorno si vede dal mattino è prevedibile che la vicissitudine siano un susseguirsi di scene prevedibili e prive di significato.
Nulla di questo film sembra poter suscitare l’interesse nemmeno del fan più oltranzista del trash, dalla storia, palesemente identica ai precedenti film, agli effetti speciali quasi privi. Tutti gli elementi positivi anche per quanto riguarda le sensazioni negative che poteva suscitare The Texas Chainsaw massacre e che col secondo episodio erano scemate parecchio in questa terza puntata vengono quasi completamente a mancare e la stessa figura di Leatherface, che dal titolo dovrebbe essere posto al centro, sembra quasi essere una figura secondaria o almeno, molto meno terrorizzante e rilevante per la storia. L’unica innovazione che mi è parsa abbastanza efficace, anche se non sfruttata ottimamente, è stata l’introduzione nel cast formante la famiglia di psicopatici di una bambina: l’idea se giocata meglio poteva fruttare molti più consensi a mio avviso, ma come del resto tutti i labili punti buoni del film se sfruttati meglio potevano risollevare le sorti di questa pellicola. Come al solito il finale è alquanto stupido, e mi chiedo ancora una volta perché all’epilogo di questi film di pessima fattura ci debbano essere sequenze ancor più rovinose. Se cercate un “Non aprite quella porta” il primo è l’unico e inimitabile, al massimo date un’occhiatina a The Texas Chainsaw massacre 2 che è sicuramente meno deludente, o ancora The Texas Chainsaw massacre 4 che per quanto sia al limite del demenziale ha qualche elemento in più per portarvi fino al termine della visione.
Di più, se cercate qualcosa che possa ricordare il primo Non aprite quella porta di Hooper (secondo film del regista), ma che non sia un sequel , un remake, o un film che si ispiri ad esso, è caldamente consigliato Quel motel vicino alla palude sempre di Tobe Hooper, terzo suo film, (il primo è Eggshells mai uscito in italiano e non è un horror) mille volte meglio sotto ogni aspetto di tutto ciò che ho citato.